Quando si possiede o gestisce una piscina, è importante rimanere aggiornati sulle nuove normative e conoscere tutti gli aspetti legali. Il Piano di Autocontrollo della piscina è un documento contenente tutte le indicazioni necessarie per poter gestire il proprio impianto in sicurezza, rispettando i vincoli legali e assicurando a tutti i bagnanti un’esperienza piacevole e rilassante. A tal proposito, conoscere tutti i dettagli è essenziale. Ecco una breve guida per comprendere i doveri e le responsabilità di chi possiede una vasca o la gestisce.
Che cos’è il Piano di Autocontrollo della piscina?
Il Piano di Autocontrollo di una piscina costituisce uno dei documenti essenziali per la gestione di una vasca in tutta sicurezza. Questo, insieme alle procedure, ai fascicoli tecnici e alla modulistica, documenta il Sistema di Autocontrollo di una piscina. In particolare, il Piano fa riferimento a tutte le norme e le regole da seguire per comprendere il funzionamento del sistema di autocontrollo dell’assistenza bagnanti. Si tratta di un fascicolo diviso per capitoli, ciascuno adibito a una specifica funzione di tale sistema.
Il Piano di Autocontrollo viene redatto seguendo delle regole universali e ha, quindi, la stessa valenza per tutte le tipologie di piscina. Che si tratti di una vasca pubblica, privata o condominiale, è necessario far riferimento alla medesima tipologia di documento. In particolare, affinché le regole indicate siano valide, il Piano di Autocontrollo deve essere conforme alle specifiche di legge. Di conseguenza il Comune deve avere a disposizione le risorse necessarie per il corretto svolgimento delle attività di autocontrollo. Inoltre, la figura alla quale spetta il compito di gestire in prima persona le modifiche del Piano è il Responsabile dell’impianto.
Nel Piano di Autocontrollo vengono riportate e ben illustrate tutte le modalità di gestione e di controllo della vasca. Inoltre, qui vengono indicati anche gli eventuali provvedimenti da adottare per garantire una qualità dell’acqua e la sicurezza dei bagnanti. Si fa riferimento a tutte le procedure di sanificazione dell’area e di disinfezione della piscina, con il fine di avere dei livelli di igiene sempre ottimali e conformi a quelli indicati per legge. Una caratteristica del Piano di Autocontrollo è quella di prevedere e prevenire i possibili scenari. Infatti, per ciascuna fase si ipotizzano le criticità e le avversità e si definiscono delle modalità di reazione. Si tratta di illustrare gli eventuali interventi di controllo, finalizzati a ristabilire l’ordine.
Chi può redigere il Piano di Autocontrollo di una piscina?
Redigere il Piano di Autocontrollo è una grande responsabilità. Secondo la normativa italiana, tale compito risiede nelle mani del responsabile della piscina, richiedendo eventualmente l’aiuto e il supporto di un consulente. Ad esempio, nelle piscine condominiali la figura del responsabile viene associata a quella dell’amministratore condominiale, mentre per le vasche private si tratta del proprietario.
Al responsabile dell’impianto non spetta solamente il compito di gestire la struttura e di rimanere aggiornato sulle nuove norme, ma anche quello di redigere il Piano di Autocontrollo e di visionare tutto quello che viene riportato al suo interno. In caso di affermazioni errate e di dichiarazioni divergenti rispetto alle norme, è sempre il responsabile a rispondere personalmente del contenuto del documento. Questo avviene anche se tale persona ha incaricato un terzo di scrivere il documento. È importante quindi, per il responsabile dell’impianto, assicurarsi che il Piano di controllo rispetti i criteri, sia redatto correttamente e non violi le norme.
Piscina dell’hotel: come si redige il Piano di Controllo?
Le piscine degli hotel sono un impianto al servizio di una moltitudine di persone che, durante il loro soggiorno nella struttura, desiderano concedersi dei momenti di relax a bordo vasca. In tali contesti, è importante porre una maggiore attenzione a tutte le procedure di sicurezza e di controllo delle condizioni igienico-sanitarie della piscina. Infatti, per le piscine degli hotel è obbligatorio redigere il Piano di Autocontrollo. Si tratta di impianti privati ad uso pubblico, assimilabili a quelli condominiali e alle vasche presenti in agriturismi e b&b.
Per la piscina di un hotel, il compito di redigere il Piano di Autocontrollo spetta al responsabile della struttura. Egli però, se non possiede le adeguate competenze, può rimandare tale obbligo a un consulente o a un terzo. In ogni caso, al termine delle procedure, è sempre il responsabile a rispondere in prima persona del contenuto del documento. Il fascicolo, una volta completato, deve essere tenuto a disposizione delle autorità competenti, per eventuali controlli. Il personale addetto alla piscina, inoltre, deve poter consultare il Piano di Autocontrollo senza limitazioni, così da sapere come comportarsi in caso di pericolo e da gestire al meglio il flusso di persone, tipico delle piscine degli hotel.
Così come nelle altre circostanze, anche per quanto riguarda le piscine degli hotel, il Piano di Autocontrollo deve rappresentare un documento completo. L’obiettivo è quello di illustrare i potenziali rischi della struttura e in che modo comportarsi nel caso in cui si verifichino. Essere consapevoli di limiti e opportunità di una struttura a uso pubblico garantisce una gestione in tutta sicurezza e riduce al minimo anche gli interventi e i costi di gestione extra.
Quando il Piano di Autocontrollo della piscina è obbligatorio?
Con riferimento a tale tematica è importante sapere quando e per chi è obbligatorio redigere un Piano di Autocontrollo della piscina. La legislazione ha stabilito che tale documento deve essere stilato per tutte le piscine al servizio di più di quattro unità abitative. Il vincolo dimensionale da tenere a mente, dunque, è solo questo. Sono state poi individuate delle categorie di strutture sottoposte a tale obbligo, come per esempio tutti gli impianti turistico-ricettivi. Il fine è quello di tutelare i bagnanti e il gestore da eventuali rischi.
Il Piano di Autocontrollo deve essere redatto seguendo un preciso schema, così da assicurarsi di aver trattato tutte le tematiche importanti e tutti gli eventuali casi alternativi. I criteri da considerare e i punti da trattare all’interno del documento sono:
- individuazione e analisi di rischi e pericoli igienico-sanitari;
- riconoscimenti di eventuali punti critici, fasi complicate e problemi e conseguente individuazione di soluzioni, misure preventive e azioni correttive;
- definizione delle procedure di controllo e di sorveglianza della piscina;
- definizione del sistema di monitoraggio;
- verifica del Piano di Autocontrollo e correzione delle eventuali criticità individuate a seguito dell’analisi.
Si tratta di criteri generali, applicabili a qualsiasi tipologia di vasca e facilmente adattabili ai diversi contesti. In generale, è bene illustrare sempre un quadro completo, costituito da possibili problematiche e da azioni correttive realistiche.