Quando si ha una piscina privata capita molto spesso di doverla svuotare e riempire nuovamente nel minor tempo possibile. Questo procedimento è necessario per svolgere numerose mansioni, tra cui occuparsi della manutenzione della piscina, pulirla approfonditamente e per fare trattamenti specifici.
È quindi doveroso sapere come e dove scaricare l’acqua della propria piscina, conoscere le norme di riferimento e applicarle debitamente per non rischiare di inquinare e di infrangere gli obblighi di legge.
Vediamo quindi insieme come scaricare l’acqua della propria piscina privata rispettando la normativa vigente.
Normativa per lo scarico dell’acqua della piscina
Le normative a cui fare riferimento per lo scarico delle acque della piscina sono la cosiddetta “Legge Merli”, ovvero la Legge 319 del 1976 “Norme per la tutela delle acque dall'inquinamento”, e il ben più recente Decreto Legislativo 152/99. Quest’ultimo stabilisce chiaramente che ogni scarico deve essere autorizzato dai rispettivi enti competenti.
Le suddette Leggi stabiliscono, inoltre, le diverse tipologie di scarico e le classificano come segue:
- acque superficiali, ovvero corsi d’acqua, acque marine e acque lacustri;
- suolo e sottosuolo;
- rete fognaria.
Le normative di riferimento presentano anche una classificazione relativa ai tipi di acque reflue:
- acque reflue domestiche: sono le acque provenienti prevalentemente dalle abitazioni e quindi dalle attività domestiche;
- acque reflue industriali: si tratta delle acque reflue derivanti da impianti o da edifici in cui si svolgono attività industriali e commerciali;
- acque reflue urbane: fa riferimento alle acque reflue domestiche oppure ad un miscuglio di queste con quelle reflue industriali convogliate nelle reti fognarie;
- acque reflue assimilate a quelle domestiche.
Acqua di scarico piscina valori corretti
La gestione dello scarico dell’acqua della piscina deriva quindi dalla categoria in cui questa viene collocata. Sfortunatamente, però, non vi è un’interpretazione univoca della normativa.
In alcune regioni italiane, infatti, le acque di scarico delle piscine, sia pubbliche che private, vengono trattate come acque reflue industriali. Altre applicano invece una distinzione tra quelle clorate e non: le prime sono considerate reflue industriali, mentre le seconde sono assimilabili alle acque reflue domestiche.
Ciò che è chiaro, tuttavia, è che le acque contenenti cloro sono considerate inquinanti e vanno quindi debitamente trattate prima di essere smaltite. Questo è un criterio importante che può aiutare a collocare le acque nella giusta categoria.
La Legge proibisce, d’altra parte, di scaricare in fognatura, nel sottosuolo o in superficie, acque contenenti una percentuale di cloro maggiore di 0,2 PPM. Per smaltire liquidi che presentino un valore di cloro superiore rispetto a questo è dunque necessario avvalersi di un sistema di abbassamento della concentrazione dello stesso. È possibile raggiungere tale scopo utilizzando un declorinatore.
Acqua della piscina con cloro: dove scaricarla?
Date le differenti interpretazioni della normativa, è consigliabile informarsi per tempo sulle disposizioni vigenti nella propria provincia o regione. Questo permetterà di attenersi ai regolamenti e, di conseguenza, di evitare di incorrere in pesanti sanzioni.
Il superamento dei valori limiti dello scarico può infatti comportare multe fino 30.000 euro, mentre lo scarico non autorizzato può comportare sanzioni fino a 60.000 euro. In alcuni casi, per scarico di acque reflue industriali non autorizzato, è previsto perfino l’arresto.
Risulta quindi fondamentale attenersi alle regole e rispettare l'ambiente smaltendo correttamente le acque di scarico. Per farlo, è importante sapere che esistono due alternative possibili:
- la prima consiste nell’affidarsi ad una azienda specializzata, e soprattutto autorizzata, addetta allo svuotamento delle piscine e allo smaltimento delle acque. In questo caso, potrebbe non essere necessario effettuare una declorazione poiché sarà poi l’azienda prescelta ad occuparsi di questo aspetto. Tuttavia, è consigliabile prendere accordi direttamente con l’azienda che si intende ingaggiare;
- una seconda alternativa è occuparsi in prima persona dello smaltimento delle acque della piscina tramite il sistema fognario. In questo caso è fondamentale eliminare il cloro con una declorazione prima di scaricare l’acqua.
Vediamo dunque come effettuare correttamente la declorazione. Questo procedimento può essere messo in atto attraverso la decantazione dell’acqua oppure con un sistema in linea. Il primo procedimento è decisamente il più complesso poiché prevede che l’acqua venga conservata in un’apposita vasca di accumulo prima di essere smaltita; questa potrà essere lasciata a decantare oppure trattata con uno specifico prodotto declorante.
Nel secondo caso, invece, basta immettere in vasca un prodotto decolorante che agirà grazie all’azione di una pompa collegata ad un contatore volumetrico. Il declorinatore potrà quindi neutralizzare il cloro presente in acqua e rendendo possibile un corretto smaltimento.
I prodotti decoloranti efficaci da utilizzare per questo procedimento sono i seguenti:
- neutralizzante cloro: liquido capace di eliminare il cloro libero e combinato all'interno della piscina;
- neutralizzante cloro “eco”: prodotto specifico ed ecologico che può essere utilizzato per neutralizzare il cloro attivo rispettando l’ambiente.
Velocità dell’acqua di scarico della piscina
Scaricare l’acqua della piscina, dunque, è un processo che può rivelarsi meno immediato del previsto. Come precedentemente descritto, infatti, è doveroso dedicare il giusto tempo alla declorazione, a meno che non ci si voglia affidare ad una ditta specializzata. Il grande vantaggio di questa modalità è che non bisogna preoccuparsi di nulla. Le tempistiche, inoltre, sono contenute, poiché il grosso del lavoro viene svolto dall’azienda di riferimento.
Certo è che smaltire da soli le acque di scarico della piscina, al contrario, non è altrettanto semplice ed immediato. Il processo di declorazione, soprattutto se prevede la decantazione dell’acqua, può rivelarsi più lungo di quanto non sembri. Questo procedimento è di fatto naturalmente lento. Ciò che si può fare, d’altra parte, è accelerarlo utilizzando uno dei prodotti sopracitati, pensati per eliminare il cloro in eccesso nel minor tempo possibile.
Viceversa, lo scarico dell’acqua in sé è piuttosto veloce: al più si tratta di una decina di minuti per completare l'intera operazione. Dunque, se si conta sull’azione di prodotti decloranti, è possibile svuotare l’acqua della piscina in poco tempo, in sicurezza e rispettando l’ambiente e tutte le norme vigenti.